Domenica 26 giugno alle ore 16 a Settimo Vittone, il Comune e la Cooperativa Marypoppins hanno organizzato un evento che coinvolgerà cittadini e migranti accolti nel proprio territorio, per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU per commemorare l’approvazione della Convenzione relativa allo status dei rifugiati, oltre che per ricordare la forza ed il coraggio dei milioni di persone sempre più spesso costrette ad abbandonare il proprio Paese alla ricerca di un futuro migliore.
Dallo scorso anno la Coop. Marypoppins ha accolto presso il Comune di Settimo Vittone 22 giovani richiedenti asilo provenienti da Mali, Costa d’Avorio, Senegal, Pakistan e Ghana, ed ha sottoscritto una convenzione con l’amministrazione comunale per la realizzazione di attività di “volontariato di restituzione” che coinvolgessero ed integrassero i migranti nel tessuto locale, così come richiesto dalla stessa Prefettura. L’esperimento (partito in primavera e monitorato da operatori della Cooperativa, rappresentanti dell’Ufficio Tecnico e volontari) ha visto impegnate senza interruzioni diverse squadre di ospiti nella pulizia dell’area mercatale e delle vie cittadine ogni settimana, ed i benefici sono stati visibili anche agli occhi dei più scettici. I migranti sono stati anche coinvolti come volontari nell’edizione 2016 del Tavagnasco Rock, sotto la guida dell’ideatore Luca Bringhen, collaborando con lo staff tra sorrisi e commozione, per la gioia di potersi sentire parte di una realtà diversa da quella d’origine.

Programma della giornata
L’evento si aprirà alle ore 16 presso il campo sportivo di Montestrutto, (in collaborazione con diversi preziosi partner (tra cui il Comitato della Frazione di Montestrutto, la Pro Loco di Settimo Vittone, A. C. Settimo Vittone, il Comitato della Croce Rossa Locale, la Parrocchia di San Giacomo e di san Giovanni Apostolo), dove si svolgerà un triangolare di calcio a sette intitolato “Una Partita per Tania” (giovane volontaria prematuramente scomparsa che ha dedicato la sua vita ad aiutare persone in difficoltà in Paesi lontani, ndr), durante il quale squadre composte da rappresentanti dei Tuchini del Borghetto, volontari di Tavagnasco Rock e ospiti che la Cooperativa accoglie nel Comune di Settimo Vittone dal marzo dello scorso anno, si sfideranno in nome della solidarietà. Le attività proseguiranno presso il Salone Pluriuso del Comitato di frazione, con un momento di presentazione del lavoro di accoglienza e di integrazione che la Cooperativa ha sinergicamente portato avanti insieme all’amministrazione comunale, lasciando spazio a riflessioni e testimonianze narrate in prima persona dai migranti, oltre che alla premiazione dei vincitori del torneo.

La filosofia che ispira l’evento è la valorizzazione della ricchezza che deriva dall’incontro tra diverse culture, non solo per gli aspetti di svago ma per i momenti più delicati di incontro e dialogo interreligioso. Alle ore 19 si aprirà un buffet multietinico nel quale si potranno gustare esperimenti culinari con menù Senegalesi, Pakistani, Ghanesi e Piemontesi, allietato dall’esibizione del gruppo musicale “PortaVerta”, frutto di un laboratorio musicale interculturale realizzato dallo ZAC di Ivrea, che unisce ospiti della Cooperativa e ragazzi italiani, guidati da Andrea Gaudino.
Alle 21.30 presso la Parrocchia di San Giacomo Apostolo, don Nicola Alfonsi condurrà un momento di preghiera interreligioso insieme a Miloud Mossaw, imam di Ivrea, e a don Angelo Bianchi. Sempre in linea con lo spirito della giornata, la conclusione dell’evento sarà affidata al CoroMoro, formato da giovani richiedenti asilo accolti in Val di Lanzo che si cimentano con canti tradizionali piemontesi e non.
In un momento storico in cui l’incapacità di leggere le migrazioni in un’ottica costruttiva è sotto gli occhi di tutti, la realizzazione di questo evento si propone di dare forza alla volontà della Cooperativa e del Comune di Settimo Vittone di promuovere i risultati di un’accoglienza realmente incentrata sul singolo, che miri a fornire strumenti e possibilità di autonomia alle persone che giungono in Italia. Allo stesso tempo, un’accoglienza che aspira a definirsi umana non può esimersi dall’individuare forme d’integrazione possibili derivanti dalla messa a disposizione dei cittadini di risorse “alternative”, oltre che dallo svolgimento di attività molto semplici, dei cui benefici può godere tutta la comunità che condivide con quegli stessi migranti la vita quotidiana nei luoghi di paese. Perchè, dietro ai numeri utilizzati in maniera propagandistica o agli esempi di cattiva gestione e di corruzione che dilagano a macchia d’olio nell’affaire accoglienza, appare più che doveroso valorizzare ogni nobile tentativo di lavorare con le persone, e non sulla loro pelle.