Il recente articolo de La Sentinella del 17 marzo 2017 “Quasi mezzo milione per 29 migranti”  ha sollevato  il solito coro di polemiche sulla questione dell’accoglienza. Ma a fare i bene i conti il “quasi mezzo milione per 29 migranti” si riversa ogni anno pressoché tutto nell’acquisto di prodotti e servizi del territorio, in affitti di case e appartamenti e, soprattutto, si traduce in nuovi posti di lavoro per molti giovani laureati “canavesani”. Ci preme una volta per tutte riuscire a chiarire i dati che concernono questi finanziamenti, i quali sono destinati all’accoglienza e dunque alla messa in opera di strutture, personale, servizi, che offrono posti di lavoro a molti canavesani ed altrettanto alimentano l’indotto del mercato di servizi artigianali commerciali e tecnici del territorio.

Ecco i dati:Costi SPRAR

  • due terzi del contributo dei quasi 500.000 euro del progetto SPRAR per la gestione dei rifugiati sono investiti in posti di lavoro per l’assunzione di personale addetto a funzioni di educatore e mediatore culturale, insegnante, psicologo, avvocato ecc. tutte figure necessariamente previste  per la gestione del progetto SPRAR. La cooperativa Mary Poppins ha assunto negli ultimi tre anni 20 giovani a tempo indeterminato e offre lavoro ad oltre 60 consulenti, che operano tutti in Canavese, queste figure sono rappresentate da giovani laureati in relazioni internazionali, cooperazione internazionale, lingue straniere e comunicazione, assistenti sociali, educatori… profili professionali ricercatissimi oggi da cooperative e associazioni a cui sono affidati i fondi SPRAR.
  • Inoltre la ricaduta sul territorio dei fondi per la gestione dei rifugiati offre lavoro alle agenzie formative per i corsi di lingua italiana e alfabetizzazione informatica dei rifugiati (dunque offre posti di lavoro ad insegnanti);
  • Anche le imprese canavesane beneficiano delle risorse offerte dai progetti di accoglienza, che forniscono personale per tirocinii formativi presso le aziende canavesane, che fruiscono di forza lavoro a costi zero, preparano per altro molte figure professionali che poi si è dimostrato sono assunte dalle aziende. 
  • Il mercato immobiliare di Ivrea ed eorediese è inoltre alimentato dagli affitti che la cooperativa paga a singoli proprietari di alloggi da destinare al progetto di accoglienza, i quali diversamente rimarrebbero vuoti.
  • Abbiamo insomma stimato che del “mezzo milione per i 29 migranti” di cui si dice nel titolo dell’articolo de La Sentinella, facenti parte del progetto SPRAR, ben 243.000 euro sono in realtà destinati a incrementare il mercato del lavoro e a retribuire attività lavorative che sono svolte da cittadini canavesani. Si tratta di cittadini che altrimenti sarebbero disoccupati, soprattutto se giovani, brillanti, istruiti e specializzati, perché sarebbero costretti ad emigrare all’estero, ovvero a diventare a loro volta “migranti”… 

 

Insomma l’accoglienza è o non è una buona opportunità per incentivare l’economia stanca di un territorio?