I dati dell’ Unhcr sono spaventosi: 564 morti nel Mediterraneo nel mese di giugno che vanno confrontati con quelli di maggio, ovvero solo 8. La politica del Ministro dell’interno Matteo Salvini ha paralizzato le attività delle navi delle ONG in missione di soccorso nel Mediterraneo e questo è il risultato.
Utile anche fare chiarezza su molte questioni che sono oggi implicate nella questione, per esempio ci si appella oggi agli accordi con la Libia e al fatto che i migranti devono essere soccorsi dalla Guardia costiera libica se sono in acque territoriali libiche:
1- Porti libici e Convenzione di Amburgo.
Nel 1979 l’Imo (International maritime organization, soprannominata “l’Onu del mare”), ha imposto con la Convenzione l’obbligo di assistenza a chiunque si trovi in difficoltà in mare e quindi il diritto ad approdare in un porto sicuro, cioè un porto dotato delle infrastrutture di assistenza ai naufraghi. La Libia fra l’altro non ha sottoscritto la Convenzione di Amburgo.
2-Chi è responsabile dello sbarco dei migranti?
La responsabilità unica ricade sul comandante del porto, cioè sulla Capitaneria.
3-Perchè si chiamano le navi ONG a supporto di quelle militari o commerciali?
Il caso del pattugliatore d’altura Umberto Diciotti, che ha raccolto i migranti salvati dalla nave privata Vos Thalassa, è stato preceduto dell’Alexander Maersk. A fine giugno le autorità italiane avevano chiesto all’enorme portacontainer Alexander Mersk, che era in passaggio nella zona, di raccogliere 108 migranti nel Canale di Sicilia. La nave ha interrotto il viaggio per adempiere alla richiesta ma ha le murate altissime, 25 metri, è come un edificio di circa 8 piani; impossibile il salvataggio tramite biscaglina. Così la Maersk ha dovuto chiamare una nave Ong, la Lifeline, che era in prossimità per farsi assistere nelle operazioni di imbarco. L’aiuto dato dalla Lifeline alla Maersk aveva riacceso il tema delle navi Ong, creando problemi poi al momento di sbarcare gli africani. Ecco perché spesso le navi mercantili chiamano le navi ONG per riuscire a prestare soccorso ai migranti.
4-L’operazione Mare Nostrum.
Per anni il soccorso dei “barconi” è stato effettuato dalla nostra Guardia Costiera. Nell’autunno 2013 un barcone affondò davanti a Lampedusa e annegarono 368 eritrei (di altri 20 non furono più trovati i corpi). Da quel momento si decise di sostituire le piccole motovedette della Guardia Costiera con le grandi navi d’altura della Marina militare, e di spostare il fronte di soccorso a ridosso delle coste libiche per eliminare gli scafisti, parte finale e più visibile della catena criminale. E’ stata la nota “Operazione Mare Nostrum” ed è durata un anno, fino al novembre 2014. Mare Nostrum probabilmente ha fornito un invito e un richiamo ad emigranti ed organizzazioni criminali che li sfruttano, poiché non necessari barconi per la traversata ma solo gommoni e un telefono satellitare: dopo poche miglia al largo uno degli emigranti sul gommone lanciava l’Sos dal telefonino satellitare e non appena la macchina dei soccorsi veniva avviata il gommone veniva affondato e il satellitare gettato in mare.
5-Operazione Frontex.
L’operazione Frontex, avviata nel 2014, ha il compito di tutelare le frontiere europee ed è coordinata per l’Italia dalla Guardia di Finanza. Invece di usare le grandi e costose navi della Marina militare, adatte alla navigazione lontano dalla costa italiana, il comando ha fatto ricorso agli strumenti delle Convenzioni internazionali in corso, come la Convenzione di Amburgo sul salvataggio della vita in mare: l’autorità italiana dirotta verso i naufraghi africani le navi mercantili in transito, o le navi di salvataggio delle Ong che sono presenti in mare, risarcendole dei costi sostenuti.
6-Chi è la Guardia costiera libica?
Non c’è chiarezza quando l’Italia si rivolte alla Guardia Costiera libica se si tratta di una organizzazione militare o paramilitare. Se si tratta di un organismi neutrali oppure se si tratta di organizzazioni armate dei trafficanti di schiavi. La Libia è un caos: c’è una Guardia Costiera di Misurata, una Guardia Costiera della Tripolitania, probabilmente una diversa Guardia Costiera Libica a Zuara-Zauia.