La Turchia ha condannato  all’ergastolo Ahmet Altan, scrittore e giornalista, suo fratello Mehmet, economista e editorialista e la veterana del giornalismo turco Nazlı Ilıcak. Sono stati accusati di ““rovesciare l’ordine costituzionale attraverso l’uso della forza e della violenza”, in realtà i tre giornalisti avevano solo raccontato i giorni del tentato golpe in Turchia nel 2015.  La Corte Costituzionale turca aveva di recente dichiarato illegittima la loro carcerazione preventiva, riconoscendo che ne violava i diritti, ma i giudici di merito hanno negato la scarcerazione.
Tutto questo è accaduto mentre la stampa internazionale esultava per la liberazione di Deniz Yucel, giornalista corrispondente di Die Welt, liberato dopo un anno di prigione in attesa del processo per “propaganda del terrorismo”.

In Italia si è mobilitato il sindacato dei giornalisti la FNSI con una nota del segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti che esortano anche le autorità italiane a prendere posizione:

«Le autorità italiane ed europee non possono assistere passive alla condanna al carcere a vita di giornalisti e intellettuali colpevoli solo di aver svolto il proprio lavoro di informare i cittadini turchi e per questo trattati come terroristi. Chiederemo alla Federazione internazionale dei giornalisti di attivarsi subito per promuovere una grande manifestazione contro questa sentenza e scriveremo al presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, per chiedere che l’Europa prenda una posizione unita e decisa contro la sistematica violazione della libertà di stampa e dei diritti civili in Turchia».